La Grotta di S. Michele di Ozieri

La storia di Ozieri sprofonda sino all'inizio della civiltà umana. E sprofonda anche la «grotta di S. Michele di Ozieri», nei pressi dell'abitato, nel calcare per quasi cento metri. Una picchiata che poi si divide in sale, salette, cunicoli e corridoi quasi fosse un formicaio organizzatissimo, con le direzioni indicate dalle tantissime stalattiti che vengono costruite anno dopo anno, da gocce d'acqua. Quanti pezzi della sua esistenza deve ancora spiegare la Grotta! Venne distrutta, poi riutilizzata. Per la sua particolare struttura divenne facilmente un'abitazione. È grande, grandissima e c'era spazio per adibirla a luogo di culto ed anche come necropoli, e come dicono gli esperti «a sepoltura ipogea, scavata nella roccia e destinata a tomba collettiva, detta "domus de janas", casa di fate».

È da quel luogo che si dipana la cultura quella che viene chiamata giustappunto di Ozieri o di San Michele, che si attesta in un periodo, il Neolitico, che va dal 3.200 al 2.800 a.C. Tanta frequentazione degli uomini ha anche fatto sì che si rinvenissero nella grotta numerosissimi materiali ceramici, perfetti, nettamente superiori alle ceramiche di tutte le culture successive, con particolare produzione e decorazione di vasi di pietra a prevalente disegno di semicerchi concentrici. Due campagne di scavi furono organizzate, all'inizio ed alla metà del secolo scorso proprio per riportare alla luce tutti i reperti della grotta e iniziarne uno studio comparato.

Tra i materiali rinvenuti, sono di notevole importanza una pisside finemente decorata con motivi ornamentali a spirale corniformi, di influenza egeo-orientale, un idoletto femminile di tipo cicladico, di piccole dimensioni, in marmo bianco, del tipo cruciforme senza il traforo delle braccia e con parte inferiore tondeggiante e vasi in pietra. Tutto viene conservato nel Museo Nazionale di Sassari. La visita alla grotta è possibile con prenotazione anche telefonica (079 787638).