Il rivoluzionario Giovanni Maria Angioy
giovanni maria angioy fu un giurista e rivoluzionario che visse nella Sardegna settentrionale nel Settecento. Dopo aver cercato di abolire il feudalesimo fu costretto ad emigrare nella Francia rivoluzionaria dove si spense nel 1808
Giovanni Maria Angioy, originario di Bono non lontano da Ozieri, fu una delle figure più iconiche del turbolento Settecento sardo: ribellatosi ai Savoia dopo i Vespri sardi, fu anche professore universitario, banchiere, imprenditore e Giudice della Reale Udienza. Nato nel 1751 da una famiglia nobile, rimase presto orfano e fu adottato dallo zio materno, don Taddeo Arras. Studiò dai padri Mercedari, nella scuola della chiesa di San Raimondo Nonnato, poi a Sassari dai padri gesuiti nel seminario "Canopoleno”.
Laureatosi nel 1771, si trasferì a Cagliari per il praticantato da avvocato ma Angioy abbandonò dopo due mesi dedicandosi al diritto. Avvicinatosi alle idee illuministe di Voltaire, Montesquieu e Rousseau, Angioy sviluppò un’avversione verso i Savoia che reputava responsabili per lo stato di arretratezza feudale in cui versava la Sardegna. Per questo, quando nel 1794/95 scoppiarono delle furiose rivolte nelle campagne dell’isola per protestare contro le difficili condizioni in cui vivevano i contadini, Angioy decise di passare all’azione.
Dopo che le autorità piemontesi furono cacciate dalla Sardegna, l’isola attraversò un periodo di instabilità. Il nuovo viceré decise così di inviare l’Angioy a Sassari per ristabilire l’ordine: partito da Cagliari con una piccola scorta, vide crescere il proprio seguito di paese in paese fino a fare un ingresso trionfale in città, tra due ali di folla e il "Te Deum” intonato a gran voce. La sua popolarità però scemò in fretta e, lasciato solo dalla borghesia cagliaritana e dai compagni di partito, si vide assegnare una taglia sul suo capo proprio dal viceré. Cercò di dare battaglia ma, sconfitto l’8 giugno 1796, fu costretto a fuggire in Francia dove cercò di convincere il Direttorio a invadere l’isola. Morì a Parigi nel 1808, in condizioni economiche di indigenza.