Arte, cultura, tradizioni e artigianato

Storia di Ozieri: l'età pre-nuragica

Nasce intorno al 3500 a.C., il primo nucleo di uomini che con il tempo darà vita a quella piccola comunità sarda destinata a diventare città: Ozieri (Sasssari, Sardegna Centro-Nord), è costellata di eventi più o meno lontani che hanno determinato la sua fondazione. La sua storia inizia lontano nel tempo, in un'epoca precedente a quella nuragica che tutti, quando si parla di Sardegna, conoscono.

La Cultura di Ozieri infatti, così è identificato il vasto retaggio culturale di questa zona dell'alta Sardegna, nella provincia di Sassari, conta tra i suoi caratteri più importanti, quello di identificarsi come la prima testimonianza della presenza, nell'isola, di una comunità precedente a quella dei nuraghi.

Sono stati gli scavi avvenuti in epoche diverse ad aver riportato alla luce una storia così antica, raccontata dai vasi come la pisside e il tripode, riemersi durante le ricerche e così finemente decorati da farci intuire quanto, già quelle antiche civiltà, avessero un senso artistico e una manualità ben sviluppati. Linee e decorazioni tanto particolari da confermare un'origine orientale della cultura ozierese: proprio così, le forme e i caratteri dei segni rinvenuti in questa città sono gli stessi che oggi si possono ammirare in terre ben lontane e in monumenti sorti dall'altra parte del Mediterraneo, relazioni che ci fanno capire quanto i popoli antichi fossero in continuo spostamento.

Questi primi uomini di Ozieri, vivevano in piccoli villaggi che dall'entroterra si sono pian piano spostati lungo le coste, occupando con il tempo diverse aree dell'isola. Nelle aree costiere, dove praticavano la pesca, sono state ritrovate dalle abitazioni costruite sull'acqua, ancora visibili, per quel che ne rimane, nelle località di San Gemiliano di Sestu, presso Cagliari e di Cuccuru is Arrius, presso Cabras.

Il segno più tangibile e anche più interessante che queste civiltà hanno lasciato sono le tombe, sepolcri disseminati sull'isola per accogliere i morti e che si possono ricondurre a tre tipologie: i sepolcri ipogeici, quelli megalitici e le sepolture a circolo. Tra queste, le tombe collettive di Domus de Jana, i dolmen e i circoli, così chiamati per la loro forma circolare.

Se il culto dei morti rappresenta parte del lascito delle civiltà pre nuragiche c'è dell'altro: tanti sono i reperti sparsi intorno a Ozieri che raccontano di un popolo dalla forte religiosità, espressa con la costruzione di luoghi di culto dedicati alle divinità della vita e della morte e in modo particolare, alla creazione della vita con l'unione dell’uomo e della donna, il Dio-Padre e la Dea-Madre. I menhir sono gli esempi più eclatanti di questa religiosità e le tracce di una comunità che ha aperto la strada a quella ben più complessa dell’epoca nuragica.

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