Arte, cultura, tradizioni e artigianato

Il Museo Archeologico di Ozieri

Il civico Museo archeologico di Ozieri, come recita il titolo dello stesso, inizia la sua attività di raccolta e concentrazione di materiale a partire dal 1985 quando l'edificio che attualmente lo ospita, un vecchio convento delle Clarisse del Cinquecento, fu riconvertito a polo museale.

Dedicato ai reperti di epoca sia moderna che antica, dall'Ottocento alla preistoria, questo centro culturale ricopre un ruolo estremamente importante ad Ozieri perché ospita gran parte della più recente e più remota memoria storica del territorio, con salti temporali che partono dall'età del Bronzo per arrivare all'epoca risorgimentale: dopotutto stiamo parlando di un'area ricca di eventi che hanno lasciato le proprie tracce con oggetti artigianali, monete pitture e grotte di antichissima origine.

Una sezione numismatica apre il percorso archeologico con i tre tesoretti monetali di Lagostis (1868), Baesia (1875), Tramentu (1894) e altri reperti del XIX secolo, monete spagnole e sabaude fino a quelle medievali, romaniche puniche e greche.
Andando a ritroso nel tempo, nella sala dedicata ai reperti medievali si possono ammirare alcuni oggetti preziosi come anelli a castone piramidale, fibbie, orecchini, fibbie bizantine e longobarde, ceramiche ma anche capitelli e basi di altari di epoca tardo gotica.
Al periodo della dominazione romana risalgono invece la stele di Ferentius, proveniente da Cuzi, documenti epigrafici militari e materiali da stipe votiva, un busto di Sarda Ceres, balsamari, reperti vitrei e cinerari da necropoli.
Bracieri, bollitoi, askòi, pesi da telaio e fusaiole, gli utensili in pietra, come mortai, lisciatoi - di cui uno a forma di nuraghe - macine e conci mammellati invece raccontano usi e costumi dell'antica civiltà nuragica, il cui pezzo forte è dato dalla collezione dei bronzi, opere di gran pregio molto ben conservate. I reperti risalenti a questo periodo sono stati rinvenuti in siti di grande valore storico, artistico e culturale: il Ripostiglio di Baldosa, quello di Nuraghe Badu 'e Tuvu, e di San Luca. Per quanto riguarda l'arte funeraria, di grande, pregio sono le spade votive da S'Iscolca, il bronzetto da San Luca e le navicelle da Bisarcio.
Ceramiche e statuette che raffigurano la Dea Madre appartengono invece all'età più remota di cui abbiamo notizia, il Neolitico, rappresentato dai ritrovamenti della Cultura di Ozieri.

Infine, nel piccolo giardino del Museo archeologico di Ozieri, sono visibili una stele nuragica e un'altra di epoca romanica, oltre a un architrave gotico-aragonese.

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